Oggi 5 febbraio 2019 si discute di gestione
rifiuti in Consiglio Regionale. Argomento importante e molto dibattuto non solo
in questo periodo sui media. Si tratta delle Linee Guida per la redazione de
Piano Rifiuti 2019 – 2025 che inizierà la procedura di Valutazione Ambientale
Strategica (VAS) nei prossimi giorni. Dopo la fase di VAS il documento approderà in consiglio
per la sua approvazione.
Il testo è pieno di intenti ma non sappiamo
come questi si tradurranno sul territorio. Condividiamo totalmente lo stop alla
termovalorizzazione ed alle discariche, obbligo peraltro previsto dalle
direttive UE (Direttiva
200898CE) checché ne dicano sulle testate nazionali politici e giornalisti
poco informati. Manca però nel piano presentato tutta la declinazione di tali
principi sul territorio. Finora abbiamo assistito ai danni prodotti dalla
gestione privata del sistema rifiuti che con grandi e piccoli impianti hanno
reso, in pratica, la Pubblica Amministrazione dipendente da essi potendo così
giocare al rialzo sulle tariffe.
Questa dichiarazione d’intenti non si traduce
in fatti visto che proprio il 21 dicembre 2018, la Regione Lazio ha autorizzato
l’ampliamento della discarica di rifiuti non pericolosi in località “Le
Fornaci” per un totale di ben 660.000 tonnellate. Si stima possa essere
sufficiente per altri 8 anni continuando a ricevere rifiuti sia dalla provincia
di Rieti sia da quella di Roma.
Una servitù gravosa per un territorio così
piccolo, scarsamente popolato e con quantitativi limitati di rifiuti.
Al di là dello scontro politico e delle
differenti vedute, mi chiedo cosa sia stato fatto dalla Giunta Zingaretti in
questi 6 anni di governo e dove siano le alternative all’attuale gestione.
Quali sono state le proposte del PD in questi anni in cui ha governato il Lazio?
Se nei prossimi mesi ci troveremo in emergenza
rifiuti, come peraltro messo nero su bianco nel documento presentato dalla
maggioranza, sarà per la mancata programmazione e pianificazione di questa
amministrazione. Mi auguro che in fase di emergenza la discarica di Viterbo non
diventi il contenitore di nuove realtà territoriali.
Vorrei capire quali soluzioni si intendono
mettere in campo nei territori fuori della provincia di Roma. La capitale è un
unicum nel Lazio e rende il Lazio un unicum tra le regioni italiane.
Rilevo tante contraddizioni nell’operato di
questa Giunta, nel documento e nelle affermazioni dell’assessore. Si fanno
tante dichiarazioni d’intenti che stridono pesantemente con i fatti. A parole cioè
si dice di voler andare verso una gestione pubblica dell’impiantistica mentre nei
fatti gli uffici continuano ad affidare e autorizzare la gestione dei rifiuti
ai privati. Si continua bellamente ad autorizzare il privato con atti
autoritativi che andranno in scadenza nel 2020.
La provincia di Viterbo ha una capacità
impiantistica di trattamento dell’organico più che sufficiente per ciò che
produce, anzi dai dati si evince come vi sia una quantità impiantistica
eccedente. Allora perché si continuano ad avviare procedure autorizzative per
trattare l’organico? A cosa serve questo documento e quando si tradurrà in
realtà, in pianificazione e programmazione?
Trovo questo consiglio l’ennesima vetrina per
Zingaretti in volata verso il congresso del PD e questi atti sono solo delle
carte da giocare in vista della tornata elettorale interna al partito.
Infine concludo con una breve analisi su
quelli che sono i fattori escludenti la localizzazione degli impianti di
trattamento rifiuti. Ebbene credo che questa aula, questo consiglio si debba
interrogare su quali siano i luoghi in cui si propone di realizzare tali
impianti. Vengo da un’area agricola ed è fondamentale che il suolo agrario venga
tutelato dalla realizzazione o ampliamento di qualsivoglia impianto di
trattamento/smaltimento di rifiuti e non credo debba sottolineare il perché.
Le aree agricole produttive, importanti per la
conservazione del paesaggio rurale, vanno perciò tutelate e conservate. Mi
riferisco ai territori classificati come sistema dei paesaggi agrari dal Piano
Territoriale Paesistico Regionale (PTPR);
paesaggi agrari che sono di rilevante valore e che non possono né devono
diventare luoghi destinati a realizzare impianti industriali di trattamento dei
rifiuti.
Secondo il M5S, una strategia corretta e
sostenibile dei rifiuti si basa sulle 5 R (Riduzione, Riuso, Riciclo, Raccolta, Recupero).
Infine, la materia
organica ottenuta con la raccolta differenziata va trattata attraverso il compostaggio
aerobico in impianti di piccola taglia e diffusi sul territorio e tutto
dovrebbe essere basato su piccole aziende agricole invece che su grandi “prenditori”
di rendite anche allo scopo, non di poco conto, di evitare il trasferimento dei
rifiuti lontano dai luoghi di produzione, che può rivelarsi potenzialmente
molto inquinante.
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