"E’ arrivato in consiglio regionale un provvedimento
legislativo unico nel suo genere, varato nel 2009 e che da allora si porta
dietro una serie di contraddizioni, criticità ed aberrazioni senza precedenti
ed impossibili da elencare tutte. Un testo di legge (pdl 75) che potrebbe rappresentare un’occasione unica di svolta
della politica laziale sul consumo di suolo e che invece perpetua confusione,
deroghe legislative, dispensando favori a costruttori ed ignorando che il suolo
rientra tra le risorse del patto generazionale.
Tra il 1990 e il 2005, la cementificazione si è
letteralmente mangiata qualcosa come 225.000 ettari riducendo del 17% le
superfici libere, di questi, ben 130.000 ettari, erano terreni agricoli
(superficie analoga a quella del comune di Roma). Si è trattato di 410.000
mq al giorno (41 campi di calcio).
Immagino quindi, Presidente, un testo di legge che tenga
conto della qualità dei suoli come bene non rinnovabile alla scala temporale
umana, che ponga un limite quantitativo al consumo di suolo come in Germania in cui gli oneri di urbanizzazione debbano prevedere misure di mitigazione
contro l’impermeabilizzazione dei suoli e misure di compensazione quando non è
possibile limitare il consumo di suolo.