martedì 28 gennaio 2020

Foreste vetuste: patrimonio immenso da tutelare





Le foreste rivesto un ruolo primario nella mitigazione dei cambiamenti climatici tanto più se sono ecosistemi resilienti come quelli più evoluti ed maturi.
La tutela delle foreste vetuste ovvero di quelle formazioni ad alto grado di complessità con alberi centenari mi sta particolarmente a cuore poiché elemento di grande biodiversità sui nostri territori.

Nel collegato al bilancio (PDL 194 31.10.2019), è stato approvato in commissione un mio emendamento che va a modificare le norme in materia di gestione delle risorse forestali (L.R. 39 del 28 ottobre 2002). Più specificamente è stato dato parere favorevole all'inserimento di due commi all'articolo 34bis che ha come tema la tutela delle foreste vetuste e delle faggete depresse.

Con questi due commi la Regione, ma anche associazioni ambientaliste o enti gestori delle aree naturali potranno promuovere tutta una serie di iniziative volte alla pubblicizzazione e valorizzazione delle foreste vetuste incluse nell'elenco appositamente creato presso la direzione regionale. Sarà così possibile accedere a fondi per organizzare, ad esempio, visite guidate, attività che coinvolgano le scuole ed ogni iniziativa volta a far godere del meraviglioso ed unico ambiente naturale che ci circonda e che forse conosciamo troppo poco. A tale scopo inoltre è stato approvato apposito capitolo di spesa che ammonta a 150.000 euro da suddividersi negli anni 2020, 2021 e 2022.

mercoledì 22 gennaio 2020

Impianti fotovoltaici: la Regione si prenda le sue responsabilità





Alcuni comuni lo sanno molto bene e Tuscania è uno di questi: stanno sorgendo impianti fotovoltaici come funghi e molte sono le richieste di approvazione per progetti simili.

Purtroppo tali progetti riguardano esclusivamente le zone agricole, bruciando così ettari di terreni produttivi e la nostra capacità di autosostentamento alimentare. Da anni giace in qualche cassetto la proposta di Piano energetico regionale che dovrebbe indicare le aree idonee e non idonee alla realizzazione di impianti per la produzione di energia elettrica.

Nel collegato al bilancio (PDL 194 31.10.2019), che andrà fra poco in discussione in aula, la regione inserisce una modifica alla L.R. 16 del 16 dicembre 2011 e più precisamente aggiunge l’art. 3.1 che delega i Comuni a “stabilire una percentuale non superiore al 3% della superficie agricola utilizzabile (SAU) del territorio comunale destinabile alla realizzazione di impianti fotovoltaici” fintanto che non vengono individuate quelle zone che non sono idonee a tali installazioni (secondo quanto disposto dalle Linee Guida Nazionali di cui al Decreto Ministeriale del 10 settembre 2010).

Ora, fermo restando che la Regione dovrebbe celermente individuare le zone non idonee, come prescrive la legge, con lo scopo di dare anche ai soggetti privati un quadro chiaro su dove è possibile investire (avevo presentato tempo fa una mozione in tal senso che è stata bocciata), ci sembra poco lungimirante delegare ai Comuni una competenza che spetta alla Regione. Finora l’assessore Onorati e l’Assessore Alessandri, competenti per agricoltura ed energia, nulla hanno opposto a questo proliferare di progetti e centrali e nulla hanno fatto per ascoltare le richieste delle associazioni ambientaliste e della Sovraintendenza, tesa a tutelare il paesaggio. Ora questo articolo che demanda ai comuni è un vano tentativo di lavarsi le mani da mancate azioni di indirizzo politico che chi governa è tenuto a attuare.

Ho perciò presentato un emendamento che va a modificare l’articolo 3.1 inserito nella proposta in modo che sia la Regione a prendersi la responsabilità di stabilire una “percentuale non superiore al 3% della superficie agricola utilizzabile (SAU) dei territori comunali destinabile alla realizzazione di impianti fotovoltaici in conformità al vigente Piano Territoriale Paesaggistico Regionale, tenendo conto anche degli impianti già realizzati”.

Sia cioè la Regione a stabilirlo tenendo conto di quanto già realizzato in modo da non gravare ulteriormente il territorio ma anche rispettando il vigente PTPR che ultimamente è sembrato non esistere nemmeno.

lunedì 20 gennaio 2020

Incostituzionale la caccia nelle aree contigue per i non residenti





Nonostante la caccia sia una pratica legale, per molte specie di fauna selvatica andrebbe sicuramente abolita. Affinché la si permette essa va regolata con norme chiare e stringenti tanto più se riguarda le zone confinanti (o contigue) ai parchi nazionali o aree protette dove invece è severamente vietata.

Nel recente collegato al bilancio (PDL 194 31.10.2019) la regione inserisce all'art. 13 comma 7 la possibilità del “prelievo venatorio (ai) cacciatori aventi diritto all'accesso all'ambito territoriale di caccia su cui insiste l’area contigua”. In pratica permette anche ai cacciatori non residenti la caccia nelle aree contigue.
Ho presentato un emendamento per abrogare tale comma anche in virtù di una pronuncia della Corte costituzionale del 2018. Nella sentenza 217/2018 la Consulta, infatti, ha accolto il ricorso del Tar dell’Abruzzo che aveva sollevato questione di legittimità costituzionale dell’art. 44 della Legge della Regione Abruzzo n. 10 del 2004 che, in buona sostanza, permetteva la caccia anche ai cacciatori che non fossero né proprietari né conduttori dei fondi interessati.

È lapalissiano quindi che qualora la Regione approvasse tale norma essa sarebbe incostituzionale e passibile di ricorsi e di successiva bocciatura proprio in forza della Sentenza suddetta.

sabato 11 gennaio 2020

Balle spaziali




I conti della Regione sono in ordine e la sanità del Lazio va così bene che siamo usciti dal commissariamento. No, non è “Balle Spaziali” di Mel Brooks ma sono affermazioni che si leggono sulla stampa locale.

Non vogliamo fare della facile ironia perché la realtà di una Regione disastrata e della sanità allo sbando è sotto gli occhi di tutti; facciamo solo presente alcuni dati desunti da documenti ufficiali:

Dall'analisi dei Bilanci di previsione finanziaria dell’ultimo triennio nei quali sono riportati, tra numerosi altri dati, i consuntivi relativi all'anno precedente, si evince come vi sia un aumento dell’esposizione debitoria della Regione: si passa infatti da 21,3 miliardi del 2016 a 22 del 2017, a 22,7 miliardi desunti dall’ultimo consuntivo.

Ad oggi Nicola Zingaretti è ancora Commissario straordinario della sanità laziale (così come previsto dalla delibera del Consiglio dei Ministri del 21 Marzo 2013) tanto che continua ad emettere Decreti in tema sanitario. Il 30 dicembre 2019, ad esempio, ne ha emessi addirittura 5: U00523, U00524, U00525, U00526, U00527.

Quindi i conti sono talmente in ordine che la Regione continua ad indebitarsi e la sanità va talmente bene che non è più commissariata anche se Zingaretti continua ad emettere Decreti… in qualità di commissario ad acta. Se non fosse la realtà ci sarebbe da ridere.