sabato 16 luglio 2016

Interrogazione su fondi per dearsenificatori che discriminano i comuni fuori Talete

Le criticità relative alla presenza di arsenico nell’acqua della Tuscia continuano ad aumentare nel tempo nonostante i 37 milioni di euro spesi per i dearsenificatori ed i 15 milioni erogati a Talete per la loro gestione. I livelli di arsenico fuori i limiti di legge in numerosi comuni della Tuscia dimostrano che la regione Lazio non è stata in grado di affrontare il problema. Visto che la Giunta non ha ancora risposto alla nostra interrogazione depositata lo scorso marzo non è chiaro quali siano le problematiche tecniche o progettuali alla base del malfunzionamento delle dotazioni, in collaborazione con i Comitati per l'acqua pubblica della Tuscia abbiamo depositato una nuova interrogazione per sollecitare quelle risposte e sapere  come intende tutelare la salute dei cittadini che dopo commissariamenti, emergenze, proroghe e milioni di euro spesi non ricevono acqua potabile nello loro case pur continuando a pagare per intero le bollette.
Noi del M5S siamo accanto ai sindaci dei comuni che non aderiscono a Talete spa, considerando legittima la loro posizione visto che la Regione Lazio sta ignorando completamente l’attuazione normativa della Legge 5/2014 e della norma statale dettata dal decreto Sblocca Italia.
Non si può acconsentire al ricatto di cedere le infrastrutture idriche e gli impianti di dearsenificazione ad un gestore che sta aprendo ai privati, contrariamente alle indicazioni di preferenza verso la pubblicità del gestore, espresse dalla Legge 5/2014. Questa modalità di agire della Regione ricattatoria e discriminante non va nella direzione nè di sostenere in maniera ugualitaria le spese di manutenzione di tutti i cittadini, indipendentemente dalla loro adesione a talete, nè di tutelare la loro salute.
I comuni non possono aumentare la tariffa del servizio idrico ma senza le risorse della Regione, come faranno a  sostenere gli elevati costi di manutenzione del dearsenificatori? C’è il rischio che funzionino sempre peggio!  La regione con la delibera di febbraio 2016 ha erogato i fondi alla Talete senza passare per l’ATO, discriminando e ledendo, di fatto, i comuni che hanno deciso di non entrare in Talete, quindi vorrei sapere da Panunzi come mai fino a tre anni fa i fondi potevano essere forniti direttamente ai comuni quando si è trattato di realizzare gli impianti ed ora per la loro gestione no!