La Tuscia rischia una nuova pesante servitù
energetica che potrebbe far sparire 250 ettari di terreno destinato alla coltivazione. Per questo ho
presentato un’interrogazione
in Regione per comprendere quali scelte si intendano portare avanti rispetto al
consumo di suolo agricolo.
È questa infatti l’entità in termini di
superficie del progetto presentato dalla società DCS S.r.l. che intende
realizzare nel comune di Tuscania in località Pian di Vico un impianto
fotovoltaico di taglia industriale che ha ricevuto recentemente la valutazione
positiva di compatibilità ambientale (VIA) da parte della Regione
Lazio.
Quello che maggiormente mi preoccupa è proprio
il consumo di suolo agricolo tenuto conto che nel nostro paese si stima si
perdano ogni giorno 15 ettari di SAU (Superficie Agricola Utilizzata), pari a 2
metri quadrati, ogni secondo. Se ci fermiamo un attimo a pensare è una cifra
allarmante che incide pesantemente sulla nostra salute, sulla conservazione del
paesaggio, sulla difesa del suolo e sul nostro tessuto sociale ed economico.
Questo progetto rappresenta l’ennesima
sottrazione di terreni vocati all’agricoltura a vantaggio di impianti
industriali per la produzione di energia di cui le nostre zone non hanno certamente
bisogno. La provincia di Viterbo infatti, pur essendo la penultima nel Lazio
per consumi energetici, è pesantemente impattata da servitù a favore di
impianti per la produzione di energia. Ricordo la presenza della centrale Enel “Alessandro
Volta” e il secondo parco fotovoltaico più grande d’Europa che occupa ben 283
ettari a Montalto di castro, il parco eolico di Piansano e per finire la centrale
Enel TVN a carbone di Civitavecchia che ha anche pesanti ricadute inquinanti
sul territorio circostante.
L’economia della Tuscia è prevalentemente
agricola e l’aumento dei posti di lavoro nelle imprese agricole negli ultimi
anni testimonia la tenuta di questo settore a fronte della crisi economica che
ha colpito in maniera più o meno pesante tutti gli altri.
Sono perciò convinta che il futuro del nostro
territorio sia legato alle produzioni agricole di qualità, alla loro
valorizzazione, all’enogastronomia e al turismo che di conseguenza ne può
derivare.
Per quanto attiene invece la produzione di
energia credo che le aziende agricole dotate di piccoli impianti per la
produzione di energia rinnovabile possano fare la loro parte in maniera
ecosostenibile.
È mia convinzione perciò che la Regione debba
impegnarsi ulteriormente a sostegno dell’agricoltura e delle imprese agricole piuttosto
che cedere a progetti industriali dall’impatto devastante.
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