Contrariamente a quanto
promesso, oggi in Giunta Regionale, saranno votate le delibere per
l’applicazione dei poteri sostitutivi nei confronti dei Comuni di Bagnoregio, Ronciglione,
Farnese, Proceno, Fabrica di Roma, Grotte di Castro e Monteromano per il
trasferimento dell'Ambito
Territoriale Ottimale n. 1 di Viterbo in base al Dlgs
152/2006.
Mi stupisco di questa
decisione dell'assessore regionale Alessandri, che lo
scorso dicembre si era invece impegnato pubblicamente in Commissione
Agricoltura e Ambiente a non procedere al commissariamento, tenendo conto sia
delle richieste dei sindaci sia della Legge “Acqua Pubblica” approdata in
Parlamento di recente. Qual è quindi il valore della parola di certe persone?
Questa è peraltro la conferma
della politica della Giunta Zingaretti e del PD sulla gestione dell’acqua Bene
Comune per la quale in sei anni di governo nulla è stato fatto per applicare
quanto previsto dalla Legge
Regionale 5/2014 “Tutela, governo e gestione pubblica delle acque”. Una norma,
quest’ultima, conforme ai principi
costituzionali e comunitari ossequiosa della volontà popolare espressasi chiaramente
nel referendum del 2011 che PD e Giunta Zingaretti continuano imperterriti a
calpestare fermo restando il mettersi in mostra in piazza dichiarandosi, a
parole, favorevoli alla gestione pubblica dell’acqua.
Zingaretti si è ben guardato,
infatti, dal dare seguito a quanto previsto dall’articolo 5 della Legge che
prevedeva la definizione degli Ambiti di Bacino Idrografico e di una convenzione
di cooperazione “tipo” ai fini della loro organizzazione.
Prendo atto della volontà
politica del Governatore del Lazio e neo segretario nazionale del PD, di agire
contro la volontà popolare espressa dai cittadini italiani col referendum del
2011 e contro la legge regionale 5/2014, che – va ricordato – è una legge di
iniziativa popolare votata all’unanimità dal Consiglio regionale che aveva
allora come presidente proprio Nicola Zingaretti.
Con questo vero e proprio
colpo di mano si attua di fatto il trasferimento della gestione dell’acqua alla
società Talete, ente di diritto privato, ovvero Società per azioni in barba
alle promesse, alle rassicurazioni e ai proclami di certa politica.
Tra l’altro in questo momento
sta iniziando la discussione in Parlamento della legge, a prima firma della
deputata del M5S Federica Daga, “Disposizioni in materia di gestione pubblica e
partecipativa del ciclo integrale delle acque” che cambierà completamente gli
scenari gestionali, andando ad inficiare di fatto, secondo quanto si può
evincere dalle prime bozze della legge, quanto si appresta a fare la Giunta del
neosegretario del PD Zingaretti che si ritroverà a dover rifare tutto da capo,
perdendo così oggi una buona occasione per dimostrare coi fatti di lavorare per
venire incontro alla volontà popolare espressa chiaramente dal referendum del
2011.