Il 17 gennaio 2019 si è tenuta
la commissione congiunta Sanità ed Ambiente Agricoltura per ascoltare il
sindaco di Civitavecchia Antonio Cozzolino in merito al mancato inserimento del
porto della città nel Rapporto Preliminare propedeutico alla redazione del Piano
di risanamento della qualità dell'aria della regione Lazio.
Civitavecchia può essere
purtroppo definita un hot spot di inquinamento nella nostra regione dato
l'effetto sommatorio di più fonti inquinanti ivi presenti: la centrale a
carbone TVN dell'Enel e il traffico portuale, tra l’altro, particolarmente
intenso nei mesi estivi. Questi fattori gravano pesantemente sulla salute degli
abitanti e sull'ambiente anche dei comuni limitrofi fino ad arrivare, con i
loro effetti, ai confini del Lazio. Per fare un esempio, i dati di uno studio
scientifico recentemente pubblicato evidenziano come nelle
chiocciole terrestri prelevate vicino alla centrale a carbone esista un danno
permanente al DNA causato dal bioaccumulo di metalli pesanti.
A livello nazionale, è notizia
battuta di recente dall’Ansa,
il ministero dell’ambiente si sta muovendo nel senso della decarbonizzazione
dei porti dettando le linee guida che le 16 autorità portuali italiane dovranno
seguire. È proprio a Civitavecchia che il ministro Sergio Costa infatti ha
presentato il documento che prevede: “banchine portuali elettrificate per
alimentare dalla rete le navi ormeggiate invece che con i gruppi elettrogeni a
gasolio. Depositi di gas naturale nei porti per incentivare la transizione
delle navi verso i motori a gas. Mezzi per la movimentazione elettrici o a
basso consumo. Efficientamento energetico degli edifici portuali”. Tutto questo
quindi a vantaggio della diminuzione dell’inquinamento e del miglioramento della salubrità dell’aria.
Appare perciò anomalo l’aver
dimenticato di inserire il porto di Civitavecchia, uno degli hotspot di
inquinamento della nostra regione, in un documento che dovrebbe dettare le
nuove regole per la qualità dell'aria. Vi è una forte incidenza degli
inquinanti prodotti dal traffico portuale che è stata illustrata ieri dal
sindaco Cozzolino il quale ha altresì riferito che circa il 75% delle polveri
ultra fini (PM 2.5) ed il 50% dell'inquinamento atmosferico provengono dalle
attività portuali.
Durante l’audizione inoltre
sono stati citati gli esiti degli studi epidemiologici effettuati da ASL RM F e
dalla ASL RM E dal titolo "Valutazione Epidemiologica dello stato di
salute della popolazione residente nei comuni di Civitavecchia, Allumiere,
Tarquinia, Tolfa e Santa Marinella" di febbraio 2012 (scaricabile
QUI), e "La salute della popolazione di Roma e del Lazio"
di maggio 2016 (scaricabile
QUI). In questi documenti si evidenzia che per la città di
Civitavecchia, rispetto alle medie regionali, vi è per gli uomini un tasso
elevato d mortalità per tumore alla pleura e infezioni acute respiratorie
(+26%) e per le donne un elevato tasso di mortalità per tumore al rene (+57%)
ed infezioni acute respiratorie (+25%).
È stata approvata
all’unanimità quindi in commissione congiunta Sanità e Ambiente, la richiesta
del consiglio comunale di Civitavecchia di far inserire nel Piano Regionale di
risanamento della qualità dell’aria, misure ed interventi atti a prevenire o
limitare le emissioni in atmosfera prodotte dalle navi all’ormeggio nel porto della
città.
Come previsto dall’art.113 del
regolamento
dei lavori del Consiglio regionale, ora la questione sarà presa in
considerazione in una seduta del Consiglio regionale, cosa che auspico possa
avvenire in tempi brevi vista l’importanza per la salute di tutti i
civitavecchiesi.
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