lunedì 11 maggio 2020

La regione sostenga i comuni costieri per la fruizione delle spiagge libere.

Una delle spiagge libere di Tarquinia

Alle soglie della stagione estiva, c’è necessità di fare chiarezza sulla fruizione delle spiagge libere che, quest’anno come mai prima, rappresentano una vera e propria “valvola di sfogo sociale”.

Le spiagge libere e in concessione, sono tutte uguali e vanno rese fruibili. Com’è noto l’emergenza Covid-19 ha peggiorato la situazione economica di molte famiglie e per questo sarà necessario prevedere delle modalità di utilizzo sicure ed ecosostenibili anche delle spiagge libere. In Regione si sono svolti diversi incontri tra l’Assessore alle attività produttive e i sindaci dei comuni costieri e mi auguro si arrivi presto alla definizione di modalità di fruizione comune per comune.

Un tronco sulla spiaggia libera di Tarquinia
la spiaggia di Tarquinia

La Regione deve fare la sua parte garantendo il sostegno economico ai comuni per quanto attiene la sorveglianza, la pulizia e un’adeguata campagna informativa sull’utilizzo dei tratti di demanio libero da concessioni.

Non è accettabile ipotizzare la chiusura delle spiagge libere se non si è in grado di garantire il loro corretto utilizzo. Se così fosse ci troveremmo davanti ad un arretramento del diritto di fruire di un bene prezioso come il demanio costiero da parte delle fasce sociali più deboli. Ciò sarebbe, a mio parere, assai grave all’interno di un contesto di drammatica crisi economica come quello attuale.

È proprio per agevolare la fruizione del mare da parte delle famiglie che il M5S ha già avuto modo di chiedere che vengano messe in atto iniziative per favorire gli spostamenti verso le coste quali, ad esempio, agevolazioni tariffarie e incremento delle corse domenicali del Co.tra.L..

sabato 9 maggio 2020

Illegittime le nomine dei direttori di Parchi e aree protette

panorama del lago di Vico con scritta illegittime le nomine dei direttori dei parchi e aree protette

Sono illegittime le nomine dei direttori di Parchi e aree protette: sono stati nominati senza essere scelti, come Legge imporrebbe, da una terna di candidati.

La nomina dei direttori dei Parchi regionali non può essere certo ascritta quale atto di ordinaria amministrazione né urgente ed indifferibile, come invece indicato nei decreti di nomina. Qui si parla, infatti, di nomine apicali di importanti enti collegati alla Regione Lazio e perciò non è possibile che ne sia investito direttamente il Presidente del Consiglio Direttivo dell’ente.

La Legge regionale 29/1997 è molto chiara in materia e stabilisce che il Direttore debba essere scelto dal Presidente della Giunta regionale all’interno di una rosa di 3 candidati in possesso dei requisiti richiesti ed iscritti in uno specifico elenco. In subordine la scelta dei tre può avvenire tra soggetti inseriti in un apposito albo che devono essere proposti uno dal Presidente del Consiglio Direttivo e gli altri due dal Consiglio Direttivo medesimo. A mio parere quindi, sono illegittime le nomine dei direttori di Parchi e aree protette perché non sono avvenute seguendo questo iter; ho sollecitato perciò in tal senso il Presidente della Regione e l’Assessore competente in una apposita interrogazione che ho recentemente presentato.

Ho chiesto se si intenda procedere alla revoca dei decreti presidenziali e quale sia, al momento attuale, lo stato della costituzione dei vari consigli direttivi degli enti la maggioranza dei quali non è ancora stata istituita.

Abbiamo bisogno senz’altro di persone competenti nelle posizioni di vertice di questi importanti enti ma parimenti la loro nomina deve avvenire per competenza e non usando i parchi come “poltronifici”.

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