mercoledì 22 luglio 2020

Orte Civitavecchia, tutto da rifare.

orte civitavecchia planimetria con particolare dell'uscita a Monte Romano

Orte Civitavecchia, tutto da rifare. Ci pensa la Corte di Giustizia Europea a cassare lo scellerato “tracciato verde”, che di verde aveva ben poco, passante per la Valle del Mignone, adottato in palese contrasto con la normativa comunitaria in materia ambientale.

La recente sentenza della Corte di Giustizia Europea afferma nello specifico che i progetti altamente pregiudizievoli dell’integrità di una Zona a Protezione Speciale (ZPS), qual è l’area della Valle del Mignone interessata dal cosiddetto “tracciato verde”, pur se giustificati da interesse pubblico economico, possono essere autorizzati solo in casi eccezionali e se sono realmente inevitabili.
In altre parole ciò significa che in presenza di una alternativa, che nel nostro caso è rappresentata dal “tracciato viola”, tali progetti non possono essere autorizzati come invece è avvenuto.

Cosa farà il TAR del Lazio?

Il TAR del Lazio, dunque, nel confermare la sussistenza dell’alternativo “tracciato viola”, dovrà conformarsi al suddetto pronunciamento della Corte Europea e statuire conseguentemente l’illegittimità dei provvedimenti autorizzativi impugnati.

È un pesante schiaffo dell’Europa alle scelte fatte nel 2017 dal governo a guida PD-Renzi. Chiamata in causa dal TAR del Lazio essa ribadisce semplicemente gli obblighi del nostro paese al rispetto delle Direttive Comunitarie Habitat (92/43/CEE) e Uccelli (2009/147/CEE).

I provvedimenti autorizzativi del “tracciato verde” dovrebbero essere dichiarati illegittimi anche nella parte in cui, in contrasto con quanto stabilito a livello comunitario dalla Direttiva Habitat, è stato demandato alla Regione Lazio (autorità, peraltro, sprovvista della necessaria competenza) il compito di verificare lo studio d’incidenza ambientale allegato al progetto definitivo.

Le responsabilità della Regione Lazio

La Regione Lazio ha sbagliato tutto dando il proprio consenso con DGR 112/2017 al “tracciato verde” passante per la Valle del Mignone senza curarsi delle Direttive Europee non si sa se per ignoranza o per scelta deliberata (e in ognuno dei due casi non c’è di che rallegrarsi purtroppo). A mio giudizio si è trattato di un atto meramente politico per non opporsi all’allora Governo Renzi. Un parere che non ha considerato i pesanti impatti ambientali su ZSC e ZPS della Rete Natura 2000 . La Commissione Tecnica di Valutazione Impatto Ambientale (CTVIA) del Ministero dell’ambiente invece, ne ha tenuto conto tanto da esprimersi negativamente sul progetto preliminare.

Quest’ultimo, pagato ad ANAS circa 2 milioni di euro di fondi pubblici, presenta evidenti errori tecnici per gli aspetti sia idrogeologici sia ambientali ed è stato fortemente sostenuto dalla politica tutta a partire dal PD regionale.
Purtroppo tutto questo, ad oggi, si è tramutato in tanto, troppo tempo perso a rincorrere un tracciato sbagliato fin dall’inizio, che rallenterà ulteriormente il completamento di un’opera indispensabile ai trasporti del centro Italia e dell’Europa.

Salva la Valle del Mignone

Rimane ancora un nodo da affrontare in tempi celeri. C’è ancora cioè da mettere in sicurezza Monte Romano con il superamento del centro abitato fin troppo penalizzato dal traffico pesante in transito sull’Aurelia bis.

Sono veramente soddisfatta che la Valle del Mignone, una porzione di territorio unica nel Lazio per scarsa antropizzazione e presenza di habitat, flora e fauna preziosi, sia salva. Questo grazie alla sostanziale bocciatura del cosiddetto “tracciato verde” della Orte Civitavecchia da parte della Corte di Giustizia Europa.
Il mio ringraziamento va inoltre alle tante associazioni ambientaliste e ai comitati di cittadini che col loro ricorso hanno evitato la devastazione della Valle.

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