La trasparenza dei siti web della Regione Lazio lascia a desiderare. Lo afferma il Dipartimento della funzione Pubblica tramite lo strumento Bussola della trasparenza.
Prima che il controllo sull’adempimento degli obblighi di pubblicazione passasse all’Autorità Anticorruzione, il Dipartimento della funzione pubblica ha ideato la Bussola della trasparenza per monitorare gli adempimenti in materia delle pubbliche amministrazioni. Ad oggi sono ancora disponibili i dati dell’ultima rilevazione risalenti a febbraio 2020.
Per la Regione Lazio, pare che la trasparenza non sia importante, almeno stando a quanto si legge sul sito del Dipartimento della funzione pubblica, la Bussola della trasparenza, che riporta dati non propri edificanti per la nostra regione.
Cos’è la Bussola della trasparenza?
Come si legge sul sito, la Bussola della trasparenza è uno strumento on-line automatizzato che dà ai cittadini la possibilità di monitorare l’adempimento, da parte dei siti web delle pubbliche amministrazioni, degli obblighi di trasparenza imposti dalla legge italiana. Ai primi posti della classifica: l’assemblea legislativa delle Marche, il Cisis, il Consiglio regionale del Molise, del Piemonte, dell’Abruzzo che assieme ad altri 12 Enti regionali totalizzano 84/84 sezioni presenti sul sito. Il sito della Regione Lazio lo si trova in fondo alla terza pagina con un 76/84 mentre quello del Consiglio regionale del Lazio addirittura in quarta con un punteggio di appena 59/84.
(Qualora il sito Bussola della trasparenza fosse messo offline, trovate la pagina con i dati salvata su Web Archive)
Cosa manca?
È interessante notare le voci che sono carenti o mancanti: titolari di incarichi di collaborazione o consulenza, titolari di incarichi dirigenziali (dirigenti non generali), incarichi conferiti e autorizzati ai dipendenti (dirigenti e non dirigenti). Per tutte e tre queste voci, tra gli altri, la legge impone anche che siano resi pubblici i compensi relativi al rapporto di consulenza o connessi, come nel secondo caso, all’assunzione della carica o dell’incarico come nel terzo. Questi dati, secondo lo strumento automatizzato, sono mancanti e non fanno brillare la trasparenza dei siti web della Regione Lazio.
Auspico che l’Autorità Anticorruzione possa trovare pubblicati questi dati alla prossima rilevazione e che la loro mancanza sia solo una svista, anche se, francamente è difficile sostenerlo, visto che la legge sulla trasparenza risale ormai al 2013 (D.Lgs. 33/2013 e succ.).
Anche questo, io credo, fa parte della risposta sul perché i cittadini siano così sfiduciati nei confronti delle istituzioni e le guardino con sempre più perplessità e sospetto.