La sanità del Lazio fuori dal commissariamento… di nuovo! Dopo quello di Zingaretti a gennaio 2020 è di questi giorni l’ennesimo annuncio dell’uscita dal commissariamento della sanità laziale.
Dopo oltre 7 anni di governo della Regione Lazio targato PD durante i quali abbiamo assistito a tagli dei servizi sanitari, riduzione di posti letto, chiusura di presidi ospedalieri, carenze di organico, arriva un altro annuncio sull’uscita dal commissariamento del nostro sistema sanitario che speriamo di poter salutare come una buona notizia per i cittadini laziali.
Purtroppo i risultati delle scelte fatte finora da Zingaretti e dai suoi predecessori in campo sanitario sono sotto gli occhi di tutti. La sanità pubblica è stata depauperata e nella provincia di Viterbo questo ha significato la chiusura di due presidi ospedalieri, quelli di Montefiascone e Ronciglione, il depotenziamento di quelli rimanenti con la chiusura di reparti, ambulatori, pronto soccorso e la contestuale apertura di case della salute, invisibili ai cittadini. Non parliamo poi delle liste di attesa, problema cronico e irrisolto del sistema sanitario regionale, con appuntamenti per le visite fissati anche a distanza di mesi, che costringono cittadini di tutte le età a recarsi in altre regioni per farsi curare in tempi più umani.
Il Rapporto UIL EURES 1/2016
Dal rapporto 1/2016 dell’Osservatorio UIL Roma e Lazio – EURES sulla qualità e la trasparenza del Sistema Sanitario Regionale, apprendiamo che viene stimato in 2,3 miliardi di euro il costo complessivo sostenuto nel 2015 dai cittadini e dalle imprese del Lazio per il risanamento dei conti della sanità.
E ancora leggiamo testualmente: “(…) si assiste ad una flessione significativa del numero di posti letto nelle strutture ospedaliere che passano da 31.163 a 22.033 (-29,3% in valori percentuali), ovvero da 6,1 posti letto ogni 1.000 abitanti nel 2001 a 3,7 nel 2014. Con riferimento al 2015 i dati previsionali di fonte regionale (Decreto del commissario ad acta di riorganizzazione della rete ospedaliera regionale per il biennio 2014/2015) annunciano un’ulteriore riduzione, con un numero complessivo di posti letto, destinato a scendere a 21.611 unità (-422 posti letto rispetto al 2014 e -8.144 rispetto al 2006)”.
La nostra regione si distingue inoltre per un’elevata incidenza di posti letto in strutture private accreditate che rappresentano ben il 39,4% dell’offerta totale a fronte del 60,6 % di posti letto disponibili presso strutture pubbliche.
Ricostruire la sanità pubblica
Se la notizia dell’uscita dal commissariamento sarà confermata la strada è tutta in salita per il sistema sanitario e per i cittadini del Lazio. C’è da riscostruire una sanità pubblica minima con un’offerta di servizi e di assistenza adeguata ai bisogni dei cittadini che per troppo tempo hanno pagato di tasca loro posizioni dirigenziali e nuove unità operative realizzate ad hoc per soddisfare gli appetiti elettorali. Una strada lunga per ripristinare le fondamenta dei servizi pubblici sanitari la cui necessità ed efficienza si sono rese quanto mai evidenti durante la crisi sanitaria da COVID-19 che stiamo ancora vivendo.