La cosiddetta epidurale
conosciuta anche come peridurale è una tecnica farmacologica molto efficace nel
controllo del dolore del parto inserita del 2008 tra i livelli essenziali di assistenza
(LEA) ed è perciò un diritto delle partorienti, cosa che a volte purtroppo gli
operatori sanitari omettono di comunicare alle interessate. Purtroppo ad oggi
nel nostro paese manca la cultura, per così dire, sulla parto analgesia e la
possibilità di ricorrere a questa tecnica è garantita solo dal 16% degli
ospedali presenti sull’intero territorio nazionale.
Consideriamo che attualmente l’età
media delle partorienti si è notevolmente alzata e che questo può aumentare il
rischio della compresenza di più patologie oltre che di gravidanze a rischio; altre
regioni italiane inoltre hanno stanziato fondi per mettere a disposizione almeno
un punto nascita in ogni provincia che offra 24 ore su 24 la possibilità di
ricorrere all’epidurale.
Diventa importante perciò,
considerando che questa tecnica è molto diffusa negli Stati Uniti e in Europa,
che non comporta gravi controindicazioni e che spesso la maggior parte delle
sale parto nostrane offre tecniche non farmacologiche di trattamento del
dolore, diffondere la possibilità di ricorrere alla peridurale, che lo
ripetiamo, è un diritto della partoriente.
Per questi motivi ho
presentato un Ordine del giorno approvato
di recente che impegna la Regione a garantire che in ogni provincia vi sia
un punto nascita nel quale venga resa disponibile l’epidurale in maniera
gratuita 24 ore su 24 tutti i giorni dell’anno. Inoltre ho chiesto che vengano
formati in tal senso gli operatori sanitari interessati e che in tutti i punti
nascita vi sia la possibilità di ricorrere almeno a tecniche non farmacologiche
di trattamento del dolore.
Credo sia una questione di
civiltà oggi, quasi nel 2020, avere la possibilità di partorire un figlio senza
per forza dover soffrire le pene dell’inferno come purtroppo, troppo spesso,
oggi accade nelle nostre strutture.