Oggi parliamo di fondi
europei; argomento difficile ma molto importante perché il settennato 2014-2020
sta giungendo al termine e si approssima la nuova programmazione per quello successivo
che andrà dal 2021 al 2027.
Come ho avuto modo di spiegare
in precedenza in un altro articolo
sull’argomento, la situazione per l’Italia in generale e per il Lazio in particolare
non è delle più rosee. Riassumendo brevemente: La UE tra fondi comunitari,
nazionali e privati prevede investimenti per la coesione pari a circa 638
miliardi di euro. L’Italia, dati di fine giugno 2018, spende il 9,3% del totale
messo a disposizione e per quanto riguarda i Fondi Sociali Europei (FSE) e i
Fondi Europei di Sviluppo Regionale (FESR) il Lazio spende rispettivamente il
14% e il 15,4% delle risorse messe a disposizione. Per quanto riguarda invece
il Fondo Europeo di Sviluppo Agricolo (FEASR) su 822 milioni di euro a
disposizione, i pagamenti effettuati ammontano a circa il 25% del totale. (qui
la Relazione informativa UE della Giunta regionale).
Fatta questa breve premessa ho
chiesto la convocazione della II Commissione “Affari europei e internazionali,
cooperazione tra i popoli”, della quale sono membro, e in particolare che la
Presidenza convochi in audizione gli uffici istituzionali competenti in materia
e più in particolare:
La sig.ra Speranzina De Matteo
Dirigente dell’area Affari europei e ufficio Europa e Paolo Iannini direttore
regionale della programmazione economica;
Il Dott. Giuseppe Blasi Capo
del Dipartimento delle politiche europee e internazionali e dello sviluppo
rurale e il Dott. Felice Assenza Direttore generale delle politiche
internazionali e dell'Unione europee, entrambi del Ministero per le politiche
agricole.
Visto l’approssimarsi del
nuovo settennato e la nuova programmazione dei fondi in corso di negoziazione
sarebbe opportuno che anche la Regione Lazio si muovesse per tempo al fine di
adottare tutti i provvedimenti necessari per meglio spendere quanto l’Europa
mette a disposizione innalzando quindi la percentuale dei fondi effettivamente
impiegati.
Sono particolarmente
interessata, inoltre, a ben comprendere quali siano le eventuali criticità della
nuova Politica Agricola Comune (PAC) visti anche i numerosi pareri negativi da
parte di istituzioni regionali e nazionali dei quali sono venuta a conoscenza,
ultimo dei quali il “Manifesto
per una Politica agricola comune più giusta e sostenibile”, firmato qualche
giorno fa a Rennes.