venerdì 20 settembre 2019

Fondi UE 2021-2027: chiesta audizione



Oggi parliamo di fondi europei; argomento difficile ma molto importante perché il settennato 2014-2020 sta giungendo al termine e si approssima la nuova programmazione per quello successivo che andrà dal 2021 al 2027.

Come ho avuto modo di spiegare in precedenza in un altro articolo sull’argomento, la situazione per l’Italia in generale e per il Lazio in particolare non è delle più rosee. Riassumendo brevemente: La UE tra fondi comunitari, nazionali e privati prevede investimenti per la coesione pari a circa 638 miliardi di euro. L’Italia, dati di fine giugno 2018, spende il 9,3% del totale messo a disposizione e per quanto riguarda i Fondi Sociali Europei (FSE) e i Fondi Europei di Sviluppo Regionale (FESR) il Lazio spende rispettivamente il 14% e il 15,4% delle risorse messe a disposizione. Per quanto riguarda invece il Fondo Europeo di Sviluppo Agricolo (FEASR) su 822 milioni di euro a disposizione, i pagamenti effettuati ammontano a circa il 25% del totale. (qui la Relazione informativa UE della Giunta regionale).

Fatta questa breve premessa ho chiesto la convocazione della II Commissione “Affari europei e internazionali, cooperazione tra i popoli”, della quale sono membro, e in particolare che la Presidenza convochi in audizione gli uffici istituzionali competenti in materia e più in particolare:
La sig.ra Speranzina De Matteo Dirigente dell’area Affari europei e ufficio Europa e Paolo Iannini direttore regionale della programmazione economica;
Il Dott. Giuseppe Blasi Capo del Dipartimento delle politiche europee e internazionali e dello sviluppo rurale e il Dott. Felice Assenza Direttore generale delle politiche internazionali e dell'Unione europee, entrambi del Ministero per le politiche agricole.

Visto l’approssimarsi del nuovo settennato e la nuova programmazione dei fondi in corso di negoziazione sarebbe opportuno che anche la Regione Lazio si muovesse per tempo al fine di adottare tutti i provvedimenti necessari per meglio spendere quanto l’Europa mette a disposizione innalzando quindi la percentuale dei fondi effettivamente impiegati.
Sono particolarmente interessata, inoltre, a ben comprendere quali siano le eventuali criticità della nuova Politica Agricola Comune (PAC) visti anche i numerosi pareri negativi da parte di istituzioni regionali e nazionali dei quali sono venuta a conoscenza, ultimo dei quali il “Manifesto per una Politica agricola comune più giusta e sostenibile”, firmato qualche giorno fa a Rennes.