lunedì 20 gennaio 2020

Incostituzionale la caccia nelle aree contigue per i non residenti





Nonostante la caccia sia una pratica legale, per molte specie di fauna selvatica andrebbe sicuramente abolita. Affinché la si permette essa va regolata con norme chiare e stringenti tanto più se riguarda le zone confinanti (o contigue) ai parchi nazionali o aree protette dove invece è severamente vietata.

Nel recente collegato al bilancio (PDL 194 31.10.2019) la regione inserisce all'art. 13 comma 7 la possibilità del “prelievo venatorio (ai) cacciatori aventi diritto all'accesso all'ambito territoriale di caccia su cui insiste l’area contigua”. In pratica permette anche ai cacciatori non residenti la caccia nelle aree contigue.
Ho presentato un emendamento per abrogare tale comma anche in virtù di una pronuncia della Corte costituzionale del 2018. Nella sentenza 217/2018 la Consulta, infatti, ha accolto il ricorso del Tar dell’Abruzzo che aveva sollevato questione di legittimità costituzionale dell’art. 44 della Legge della Regione Abruzzo n. 10 del 2004 che, in buona sostanza, permetteva la caccia anche ai cacciatori che non fossero né proprietari né conduttori dei fondi interessati.

È lapalissiano quindi che qualora la Regione approvasse tale norma essa sarebbe incostituzionale e passibile di ricorsi e di successiva bocciatura proprio in forza della Sentenza suddetta.