Il ritardo nel completamento dei lavori appaltati già nel 2016 dalla Regione Lazio è inaccettabile e stamani abbiamo cercato nuovamente delle risposte dall’amministrazione pubblica rappresentata dalla dirigente d’area, ing. Wanda D’Ercole e dal RUP (Responsabile Unico del Procedimento), Ing Proietti. La dirigente si è impegnata ad effettuare una valutazione sullo stato di avanzamento lavori riservandosi come ultima spiaggia la possibilità di chiudere l’appalto con la ditta aggiudicatrice. Dal canto mio ho chiesto che venga effettuato sul posto, da parte dell’amministrazione Regionale, un monitoraggio periodico dei lavori presso le stazioni di sollevamento. L’amministrazione ha inoltre indicato come data ultima per il loro completamento il 15 ottobre 2019.
È fondamentale che in commissione ambiente sia trovata una sinergia tra tutte le forze politiche per garantire il rispetto degli obiettivi della Direttiva Quadro Acque (direttiva 2000/60/CE) che, lo ricordo, imponeva il raggiungimento dello stato ecologico “buono” per le acque superficiali entro il 2015 (ne parlavo più dettagliatamente qui). Per il lago di Bolsena paradossalmente si è passati negli anni recenti da una classificazione di stato “buono” a “sufficiente”, il che espone la nostra regione al rischio reale di una procedura d’infrazione europea, le cui basi, peraltro, sono già state gettate essendo in corso la procedura UE Pilot 6800/14/ENVI.
Vale la pena ricordare che nel PTAR, approvato a novembre 2018, la regione ha previsto un impegno di spesa di circa 40 milioni di euro per l’adeguamento degli impianti di depurazione del bacino idrografico del lago di Bolsena; io continuerò a chiedere il rispetto degli impegni assunti. Il lago di Bolsena è una risorsa fondamentale per la provincia di Viterbo sotto il profilo ambientale, sanitario in quanto, tra l’altro, risorsa idropotabile ed economico e per questo non dobbiamo abbassare la guardia e pretendere investimenti adeguati.