La politica di coesione
dell’Unione Europea attuata tramite i fondi europei rappresenta un importante
strumento per attuare strategie di crescita, innovazione, sostenibilità ed
inclusione sociale per tutti gli stati membri.
“Per il periodo di
programmazione finanziaria 2014-2020 l’Unione europea ha destinato alla
politica di coesione un terzo delle risorse previste nel proprio bilancio
dell’UE, per un investimento di 454 miliardi di euro, ai quali vanno aggiunti i
contributi nazionali e gli altri investimenti privati, per un impatto stimabile
in circa 638 mld (fonte: Consiglio Nazionale dell’economia e del lavoro).”
A fine giugno 2018 sono stati
diffusi i dati dalla comunità europea sullo stato di avanzamento dei fondi
strutturali per la programmazione 2014/2020 in termini di spesa dei vari stati
membri. In relazione ai Programmi FSE e FESR, l’Italia spende il 9,3% della
totale delle risorse a disposizione. Peggio di noi fanno solo l’Irlanda (3.6%),
la Romania (5%), la Slovenia (5.7%) e la Spagna (7.2%), mentre i paesi più
virtuosi sono la Finlandia (31.11%), i Paesi Bassi (31%), il Portogallo (27%) e
la Svezia (24%).
I dati di sintesi sulla spesa delle
varie regioni italiane non forniscono un quadro confortante per il Lazio. Al 30
giugno 2018 per i fondi FESR e FSE risulta un avanzamento in termini di
pagamenti del 7,9% su un totale di risorse programmate di 1,9 miliardi di euro.
(brevemente: i Fondi Sociali
Europei (FSE) vedono come campo di intervento l’inclusione sociale, la
formazione, l’istruzione, fondi per l’inserimento lavorativo destinati alle
imprese, mentre i Fondi europei di sviluppo regionale (FESR) sono focalizzati
su piccole e medie imprese, ricerca, innovazione, banda ultra larga e agenda
digitale).
Il Lazio che si colloca tra le
regioni più sviluppate ha speso il 7,63% delle risorse. Ai primi posti troviamo
per spesa troviamo il Piemonte e l’Emilia Romagna mentre agli ultimi posti la
Toscana e l’Umbria. Per quanto riguarda il Programma di Sviluppo rurale (PSR)
l’Italia complessivamente spende mediamente il 28.73% della dotazione. Il Lazio
si attesta al 24.83% e peggio di noi fanno solo la Puglia (18.8%), la
Basilicata (22%), l’Abruzzo (18%) e le Marche (17%) mentre molto meglio fanno
le province autonome di Trento e Bolzano (36 e 52%), la Sardegna (36%) e il
Molise (52%).
Nel dettaglio del Lazio per
quel che riguarda il Fondo europeo di sviluppo regionale e cioè il FESR la
dotazione complessiva è di 969 milioni di euro per la programmazione 2014/2020.
Secondo l’autorità di gestione, la Direzione regionale dello sviluppo economico,
al 31 dicembre del 2018, i pagamenti effettuati sono stati pari a 149 milioni
di euro che rappresentano circa il 15.4% del totale a disposizione.
Per il Fondo Europeo di
Sviluppo Agricolo (cioè il FEASR che si pone l’obiettivo di stimolare lo
sviluppo delle zone rurali e le relative attività agricole), la dotazione
complessiva è di 822 milioni di euro. Secondo i dati della Direzione Regionale
dell’Agricoltura (qui
la Relazione informativa UE della Giunta regionale)
al 31 dicembre 2018 la spesa pubblica erogata, e cioè i pagamenti effettuati,
ammontava a 203 milioni di euro che rappresentano il 25% circa della dotazione
finanziaria complessiva tenendo presente che di questi, 80 milioni di euro
riguardano fondi inerenti il PSR 2007-2013.
Se prendiamo in considerazione
il FSE cioè il fondo sociale europeo, il quadro non è di certo migliore. Infatti,
a fronte di una dotazione complessiva di 902 milioni di euro la spesa pubblica
erogata è stata pari, al 31 dicembre 2018 (qui
la Relazione informativa UE della Giunta regionale)
a 127 milioni di euro che rappresentano uno sconfortante 14% del totale.
Ora, dopo aver dato tutti
questi numeri che comprensibilmente possono creare smarrimento e confusione
provo a tirare alcune somme.
È chiaro che in generale
l’Italia e in particolare il Lazio sfruttano poco i fondi disponibili. Come
spesso accade il panorama è variegato e ci sono soggetti più virtuosi, per così
dire, che riescono a sfruttare bene le opportunità offerte dalla UE e soggetti
meno virtuosi che non riescono a farlo.
Allegati:
Relazione informativa della Giunta sui fondi 2018