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venerdì 15 marzo 2019

Colpo di mano sull’acqua pubblica nel Lazio





Contrariamente a quanto promesso, oggi in Giunta Regionale, saranno votate le delibere per l’applicazione dei poteri sostitutivi nei confronti dei Comuni di Bagnoregio, Ronciglione, Farnese, Proceno, Fabrica di Roma, Grotte di Castro e Monteromano per il trasferimento  dell'Ambito Territoriale Ottimale n. 1 di Viterbo in base al Dlgs 152/2006.

Mi stupisco di questa decisione dell'assessore regionale Alessandri, che lo scorso dicembre si era invece impegnato pubblicamente in Commissione Agricoltura e Ambiente a non procedere al commissariamento, tenendo conto sia delle richieste dei sindaci sia della Legge “Acqua Pubblica” approdata in Parlamento di recente. Qual è quindi il valore della parola di certe persone?

Questa è peraltro la conferma della politica della Giunta Zingaretti e del PD sulla gestione dell’acqua Bene Comune per la quale in sei anni di governo nulla è stato fatto per applicare quanto previsto dalla Legge Regionale 5/2014 “Tutela, governo e gestione pubblica delle acque”. Una norma, quest’ultima,  conforme ai principi costituzionali e comunitari ossequiosa della volontà popolare espressasi chiaramente nel referendum del 2011 che PD e Giunta Zingaretti continuano imperterriti a calpestare fermo restando il mettersi in mostra in piazza dichiarandosi, a parole, favorevoli alla gestione pubblica dell’acqua.

Zingaretti si è ben guardato, infatti, dal dare seguito a quanto previsto dall’articolo 5 della Legge che prevedeva la definizione degli Ambiti di Bacino Idrografico e di una convenzione di cooperazione “tipo” ai fini della loro organizzazione.

Prendo atto della volontà politica del Governatore del Lazio e neo segretario nazionale del PD, di agire contro la volontà popolare espressa dai cittadini italiani col referendum del 2011 e contro la legge regionale 5/2014, che – va ricordato – è una legge di iniziativa popolare votata all’unanimità dal Consiglio regionale che aveva allora come presidente proprio Nicola Zingaretti.

Con questo vero e proprio colpo di mano si attua di fatto il trasferimento della gestione dell’acqua alla società Talete, ente di diritto privato, ovvero Società per azioni in barba alle promesse, alle rassicurazioni e ai proclami di certa politica.

Tra l’altro in questo momento sta iniziando la discussione in Parlamento della legge, a prima firma della deputata del M5S Federica Daga, “Disposizioni in materia di gestione pubblica e partecipativa del ciclo integrale delle acque” che cambierà completamente gli scenari gestionali, andando ad inficiare di fatto, secondo quanto si può evincere dalle prime bozze della legge, quanto si appresta a fare la Giunta del neosegretario del PD Zingaretti che si ritroverà a dover rifare tutto da capo, perdendo così oggi una buona occasione per dimostrare coi fatti di lavorare per venire incontro alla volontà popolare espressa chiaramente dal referendum del 2011.



venerdì 7 dicembre 2018

Acqua pubblica: m5s, massima trasparenza sui tavoli per la nuova governance




“Quali le iniziative portate avanti per rendere operativa la legge regionale 5/2014, chi siano i partecipanti al tavolo tecnico istituito per la proposta di nuova governance del Sistema Idrico Integrato nella nostra regione e a quali risultati il tavolo è giunto dopo le consultazioni.”

Queste, in sintesi, le richieste contenute nell’interrogazione che ho depositato assieme agli altri consiglieri regionali M5s del Lazio a mia prima firma.

La questione della cessione del Sistema Idrico Integrato agli attuali gestori degli ATO è quanto mai attuale viste le recenti note inviate dall’assessore ai comuni degli ATO 1 e ATO 2 nelle quali la Regione intima il trasferimento delle infrastrutture idriche al gestore d’ambito pena il commissariamento. In commissione congiunta Ambiente e Agricoltura e Tutela del territorio, l’assessore Alessandri ha riferito sui lavori del tavolo tecnico regionale, istituito ai sensi della DGR 218/2018, e delle comunicazioni inviate alle Conferenze dei sindaci degli ATO per sollecitare l’individuazione di referenti ai fini dell’avvio di un tavolo istituzionale per fare il punto sui lavori del tavolo tecnico.

Allo stato attuale però non c’è stata alcuna risposta da parte delle conferenze dei sindaci: il tavolo tecnico dovrebbe lavorare nell’ottica dell’attuazione della legge regionale 5/2014 con l’obiettivo di definire i nuovi ambiti sulla base dei bacini idrografici (così come dettato anche dai principi della proposta di legge n.52 “Disposizioni in materia di gestione pubblica e partecipativa del ciclo integrale delle acque” il cui iter è iniziato in parlamento).

La legge 5 è una legge di iniziativa popolare arrivata all’approvazione in consiglio regionale attraverso un percorso partecipato dal basso per questo è quanto mai importante che si rispetti la massima trasparenza, auspicando al contempo il coinvolgimento di comitati e associazioni che da tempo si battono per una gestione pubblica e partecipata dell’acqua nella nostra regione.

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