A seguito della votazione in Giunta regionale delle delibere per l’applicazione dei poteri sostitutivi ai sensi del D.Lgs 156/2006 nei confronti dei comuni che si rifiutavano di entrare in Talete S.p.A., assieme agli altri consiglieri, ho presentato una interrogazione in tal senso.
La nostra interrogazione
Brevemente, nell’interrogazione suddetta chiedevamo se ci fosse l’intenzione di applicare la L.R. 5/2014 nonostante la delibera per l’esercizio dei poteri sostitutivi di cui sopra e se si ritenesse sempre prioritario continuare a perseguire il processo di governance del Servizio Idrico Integrato (S.S.I.) nonostante in Parlamento sia in discussione la Proposta di Legge 52/2018 sull’acqua pubblica. Inoltre si domandava se vi fosse l’intenzione di esercitare i poteri sostitutivi nei confronti della Talete S.p.A. evidentemente incapace o inidonea ad assolvere alle prerogative di sua competenza per quanto riguarda il problema dell’arsenico sul territorio viterbese ed infine quali fossero le azioni che si intendeva porre in essere per risolvere la problematica della contaminazione da arsenico delle acque destinate ad uso umano anche alla luce della procedura di infrazione UE 2014/2125.
La risposta
La risposta arrivata è in questi giorni:
sostanzialmente vi si afferma che sono state sospese le DGR e relative integrazioni sull’individuazione degli Ambiti Territoriali Ottimali di Bacino Idrografico confermando l’attuale assetto organizzativo del S.I.I. in cinque ATO fino alla loro naturale scadenza. È stato inoltre formato un gruppo di lavoro interno per predisporre una proposta di legge per il riordino del S.I.I. e successivamente il Comitato Tecnico Scientifico mentre il comitato di consultazione istituzionale è ancora in itinere.
Per quanto attiene la procedura di infrazione di cui sopra la Regione precisa che nel 2016 sono stati realizzati impianti di potabilizzazione che sono gestiti da Talete S.p.A. e dai Comuni che non hanno ancora trasferito a quest’ultima i loro impianti. Sulla base dei dati ASL di Viterbo del marzo 2019 risultano essere 10 i comuni non in regola con i limiti di arsenico nell’acqua potabile: 8 non aderenti a Talete S.p.A. e 2 gestiti da quest’ultima. La Regione ha finanziato gli impianti di potabilizzazione poi trasferiti nella loro gestione ai Comuni non aderenti a Talete S.p.A.. Si evince perciò, sempre secondo la Regione, che siccome gli impianti sono tutti funzionanti, le criticità riscontrate afferiscono solamente a problematiche gestionali in capo agli stessi enti locali.
La sentenza del TAR
Per completezza di informazione ricordo che allo stato attuale, Talete, come tutti sanno, naviga in cattive acque ed è chiaro che si spinga per l’adesione di più comuni possibili al fine di spalmare i debiti altissimi sul maggior numero possibile di soci. La ritengo una politica poco corretta e fallimentare. La Regione continua sulla strada del commissariamento invece di applicare la L.R. 5/2014 “Tutela, governo e gestione pubblica delle acque” attualmente in vigore e nonostante il TAR, in una recente sentenza, abbia annullato le delibere di commissariamento per 7 comuni della provincia di Viterbo contestandone tempistiche e metodo.
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