venerdì 7 agosto 2020

Acque del Lago di Vico: risposta a metà della Regione

acque del Lago di Vico la riva del lago e il simbolo di non potabilità

La risposta della Regione Lazio alla nostra interrogazione sulla qualità delle acque del Lago di Vico.

A Inizio giugno ho presentato una interrogazione in merito all’insufficiente qualità delle acque del Lago di Vico anche a seguito di un esposto dell’ISDE di Viterbo e della richiesta di informazioni da parte del Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare.

Le domande

In sintesi chiedevo al competente assessore e al presidente della Giunta se fossero a conoscenza della grave situazione di degrado delle acque del Lago di Vico come fornitore di acqua potabile e dell’inadeguatezza dei sistemi di potabilizzazione dei comuni di Caprarola e Ronciglione. Oltre a questo domandavo quali misure fossero state adottate d’urgenza per il risanamento dell’ecosistema del Lago di Vico e della tutela della salute delle persone.

La risposta

È arrivata la risposta da parte dell’assessorato lavori pubblici e mobilità nella quale si fa presente che nell’ambito dell’attività commissariale per l’emergenza arsenico nel Lazio erano previsti 3 impianti di potabilizzazione: Caprarola (consegnato nel 2016), Cavaliere e Sanzio successivamente stralciati in quanto sostituibili con un impianto presso il Lago di Vico. Un altro impianto è stato inoltre realizzato a Caprarola, denominato Pozzo S.Lucia.

In sintesi secondo l’ente regionale, quei comuni che non hanno ancora conferito opere reti e impianti alla Talete S.p.A. hanno usufruito di finanziamenti regionali per gli impianti di cui sopra e sono quindi responsabili, nella persona del Sindaco, per la gestione del servizio idrico integrato.

Nonostante la recente sentenza del TAR che ha dato ragione ai comuni che hanno ricorso contro il commissariamento, la Regione Lazio imperterrita continua per questa strada annunciando appello e persiste nel non voler applicare, nei fatti, la L.R. 5/2014 “Tutela, governo e gestione pubblica delle acque”.

Un risposta a metà

Infine come si può leggere, si è “abilmente” glissato sulla seconda parte dell’interrogazione.

Non si fa cenno alcuno sul cosa si vuole fare (e se si è già fatto qualcosa) in merito alla presenza nell’acqua di cianobatteri così come evidenziato delle analisi effettuate nel 2018 e 2019 dall’ASL di Viterbo (risultati ASL prot. 6433 e prot. 6435) che ha confermato quanto scritto già nel 2009 e cioè che l’acqua del lago non è completamente sicura per l’uso umano.

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