lunedì 20 gennaio 2014

Lazio, 266 vitalizi d’oro nonostante Fiorito. M5S: “Ci costano 20 milioni all’anno”

Il Movimento 5 Stelle eletto in Regione ha ottenuto la lista di assegni che ricevuti dai consiglieri delle passate legislature. Dal 2014 saranno aboliti, ma nessuno ha pensato di toccare quelli retroattivi.

Prima c’erano le spese pazze di Franco Fiorito e la sua squadra. Poi non è cambiato niente. Dopo due mesi di attesa il Movimento 5 Stelle della Regione Lazio è riuscito a ottenere l’elenco dei vitalizi dei consiglieri regionali. E sono tante le sorprese. “I vitalizi”, commenta la portavoce del M5S Valentina Corrado, “costano al Consiglio regionale circa 20 milioni in un anno. Già durante la discussione della spending review di giugno presentammo degli emendamenti per l’abolizione dei vitalizi anche per le scorse legislature. Questi emendamenti sono stati bocciati con la motivazione che si trattava di diritti acquisiti, nonostante le pronunce della Corte Costituzionale legittimino gli interventi retroattivi di modifica in pejus dei trattamenti pensionistici qualora intervengano in un contesto di necessità di ridurre della spesa pubblica”. 
La colpa è dell’emendamento bipartisan presentato nel 2012 che ha fatto saltare la norma del decreto Monti, la stessa dove si dice che il vitalizio salta prima dei 66 anni e con meno di 10 anni di mandato. A partire dal 2014, l’assegno per i consiglieri è abolito. Ma la regola non vale a livello retroattivo. Così nella lunga lista compaiono: 2.467 euro al mese per Paolo Cento, 51 anni, ex consigliere dei Verdi dal ’95 al ’96, ma anche ex deputato ed ex segretario nel secondo governo Prodi; Isabella Rauti, figlia del missino Pino Rauti, ma anche moglie di Alemanno e ora consigliere per le politiche di contrasto alla violenza di genera prende 2.611 euro al mese; all’ex  Presidente della Regione Lazio Piero Marrazzo spettano 3.1878 euro; Domenico Gramazio invece somma al vitalizio parlamentare (ex An) quello regionale e ottiene al mese 10.877 euro. Ma anche più di 4000 euro al mese per il parlamentare FI Stefano De Lillo, o l’ex onorevole comunista Giovanni Ranalli che prende 8696 euro. Ma la lista è lunga.
Valentina Corrado, anche presidente del Comitato regionale di controllo contabile, interpellata sul tema aggiunge: “Il legislatore nazionale ha modificato la disciplina delle pensioni per i cittadini e non lo possiamo fare per i vitalizi dei consiglieri? Riproporremo il tema dell’ abolizione dei vitaliziper le passate legislature, in sede di esame del collegato di bilancio che dovrebbe arrivare in Consiglio regionale a febbraio. Auspichiamo che questa volta i nostri emendamenti vengano accolti perché sono nell’interesse pubblico. Non abbiamo nessun altro interesse. Non è giusto che nel Lazio da un lato ci sono le emergenze sanitarie, i pronto soccorso affollati, miliardi di debiti, le tasse che aumentano e dall’altro ci sono questi privilegi. Questi venti milioni possono e devonoessere investiti in altra maniera, ad esempio contribuendo ad abbassare la pressione fiscale. Anche un consigliere regionale, come l’operaio, secondo noi, deve andare in pensione a 65 anni e può accontentarsi di una pensione normale, non cumulata con proventi legati ad altri incarichi politici”.
I vitalizi nel Lazio sono stati aboliti a partire da questa legislatura. “Noi attuali consiglieri regionali”, ha commento il capogruppo del Pd Marco Vincenzi, “non li percepiremo una volta finito il mandato. Quanto ai nostri predecessori, li prendono ancora perché la norma non è retroattiva, sono in qualche modo diritti acquisiti. Ma sicuramente approfondiremo la materia, anche perché in effetti certe cifre non si addicono alla sobrietà della politica e delle istituzioni”.


( fonte: Redazione Il Fatto Quotidiano | 17 gennaio 2014 )