Al fine di ostacolare il proliferare di grandi centrali di produzione di energia su suolo agricolo ho presentato diversi emendamenti. “Per conciliare gli interessi alla tutela dell’ambiente e del paesaggio con quello disviluppo e valorizzazione delle energie rinnovabili, verranno presi in considerazione durante l’ iter autorizzativo prioritariamente quei progetti che ricadono nelle aree sottoelencate: progetti non insistenti in zone agricole caratterizzate da produzioni agro-alimentari di qualità(produzioni biologiche, produzioni D.O.P., I.G.P., S.T.G., D.O.C., D.O.C.G., produzioni tradizionali)e/o di particolare pregio rispetto al contesto paesaggistico-culturale, ad eccezione dei progetti di impianti agrovoltaici che adottino soluzioni integrative con montaggio verticale dei moduli, in modo da non compromettere la continuità delle attività di coltivazione agricola;- progetti localizzati in aree già degradate da attività antropiche, pregresse o in atto, tra cui siti industriali, cave, discariche e siti contaminati, consentendo la minimizzazione di interferenze dirette e indirette sull’ambiente legate all’occupazione del suolo ed alla modificazione del suo utilizzo a scopi produttivi;- progetti che interessano aree classificate dal Piano Territoriale Paesaggistico Regionale (PTPR)come “Paesaggio agrario di continuità”, ossia caratterizzate dall’uso agricolo ma parzialmente compromesse da fenomeni di urbanizzazione diffusa o da usi diversi da quello agricolo”.