La geotermia nell’alta Tuscia non può e non deve essere
sfruttata come fonte energetica per i tanti e seri problemi che può causare al
territorio. In un conferenza organizzata a Montefiascone giovedì 28 agosto,
dove ero presente insieme a Massimiliano Bernini e numerosi attivisti del M5S,
il prof. Bruni ha evidenziato come la natura geologia di tutta l’area contrasta
profondamente con le tecniche di prelievo e reimmissione dei fluidi ad alta
temperatura nel sottosuolo divenendo potenzialmente causa di sismi. Inoltre
metterebbe a serio rischio sia le falde acquifere sia la grande riserva di
acqua potabile che è il lago di Bolsena. Va ricordato come l’equilibrio idrico del
lago e la sua integrità ecologica sono estremamente vulnerabili a causa del
lento ricambio delle acque (circa 300 anni) ed il pessimo stato del collettore che
raccoglie le acque reflue di gran parte dei comuni che si affacciano sul lago
producono una situazione insostenibile, aggravata da diversi e frequenti sversamenti
inquinanti (http://osservatoriodellagodibolsena.blogspot.it).
Mi viene da chiedere a cosa serve produrre energia in
quantità in un area con tessuto economico fondamentalmente agricolo e
sottoposta a un lento spopolamento. Tanto più se nelle vicinanze esistono
importanti servitù energetiche (Montalto di Castro ospita, oltre ad una centrale
Enel, una delle centrali fotovoltaiche più grandi d’Europa; il parco
eolico di Piansano).
Infine non è più tempo di prendere decisioni dall’alto
senza la presenza di chi conosce e vive su un territorio. Una buona
amministrazione dovrebbe prevedere di condividere le ragioni, le criticità e le
procedure dei progetti con la cittadinanza a cui spetta l’informazione e la
consapevolezza delle scelte.