𝗦𝗼𝗻𝗼 𝗳𝗲𝗹𝗶𝗰𝗲 𝗰𝗵𝗲 𝗴𝗿𝗮𝘇𝗶𝗲 𝗮𝗶 𝗳𝗼𝗻𝗱𝗶 𝘀𝘁𝗮𝗻𝘇𝗶𝗮𝘁𝗶 𝗰𝗼𝗻 𝗺𝗶𝗼 𝗲𝗺𝗲𝗻𝗱𝗮𝗺𝗲𝗻𝘁𝗼 𝗮𝗹 𝗯𝗶𝗹𝗮𝗻𝗰𝗶𝗼 𝗱𝗲𝗹𝗹𝗮 𝗥𝗲𝗴𝗶𝗼𝗻𝗲 𝗟𝗮𝘇𝗶𝗼 𝗱𝗲𝗹 𝟮𝟬𝟮𝟬 𝘀𝗶𝗮 𝘀𝘁𝗮𝘁𝗼 𝗽𝗼𝘀𝘀𝗶𝗯𝗶𝗹𝗲 𝗼𝗿𝗴𝗮𝗻𝗶𝘇𝘇𝗮𝗿𝗲 𝘁𝘂𝘁𝘁𝗶 𝗾𝘂𝗲𝘀𝘁𝗶 𝗲𝘃𝗲𝗻𝘁𝗶 𝗽𝗲𝗿 𝗹𝗮 𝘃𝗮𝗹𝗼𝗿𝗶𝘇𝘇𝗮𝘇𝗶𝗼𝗻𝗲 𝗲 𝗽𝗿𝗼𝗺𝗼𝘇𝗶𝗼𝗻𝗲 𝗱𝗲𝗹 𝘀𝗶𝘁𝗼 𝗨𝗻𝗲𝘀𝗰𝗼.

𝗦𝗼𝗻𝗼 𝗳𝗲𝗹𝗶𝗰𝗲 𝗰𝗵𝗲 𝗴𝗿𝗮𝘇𝗶𝗲 𝗮𝗶 𝗳𝗼𝗻𝗱𝗶 𝘀𝘁𝗮𝗻𝘇𝗶𝗮𝘁𝗶 𝗰𝗼𝗻 𝗺𝗶𝗼 𝗲𝗺𝗲𝗻𝗱𝗮𝗺𝗲𝗻𝘁𝗼 𝗮𝗹 𝗯𝗶𝗹𝗮𝗻𝗰𝗶𝗼 𝗱𝗲𝗹𝗹𝗮 𝗥𝗲𝗴𝗶𝗼𝗻𝗲 𝗟𝗮𝘇𝗶𝗼 𝗱𝗲𝗹 𝟮𝟬𝟮𝟬 𝘀𝗶𝗮 𝘀𝘁𝗮𝘁𝗼 𝗽𝗼𝘀𝘀𝗶𝗯𝗶𝗹𝗲 𝗼𝗿𝗴𝗮𝗻𝗶𝘇𝘇𝗮𝗿𝗲 𝘁𝘂𝘁𝘁𝗶 𝗾𝘂𝗲𝘀𝘁𝗶 𝗲𝘃𝗲𝗻𝘁𝗶 𝗽𝗲𝗿 𝗹𝗮 𝘃𝗮𝗹𝗼𝗿𝗶𝘇𝘇𝗮𝘇𝗶𝗼𝗻𝗲 𝗲 𝗽𝗿𝗼𝗺𝗼𝘇𝗶𝗼𝗻𝗲 𝗱𝗲𝗹 𝘀𝗶𝘁𝗼 𝗨𝗻𝗲𝘀𝗰𝗼.
Sospese per otto mesi, nelle more della prossima mappatura delle aree idonee e non, le nuove autorizzazioni di impianti di produzione di energia eolica e le nuove installazioni di fotovoltaico posizionato a terra di grandi dimensioni, salvo che si tratti di impianti agrovoltaici che adottino soluzioni integrative con montaggio verticale dei moduli in modo da non compromettere la continuità delle attività di coltivazione e purché realizzati con sistemi di monitoraggio che consentano di verificare l’impatto sulle colture, in quelle zone che, in base alla classificazione degli impianti di Fonti Energetiche Rinnovabili (Fer) e alle linee guida dal Piano Territoriale Paesistico Regionale (Ptpr), l’impatto dell’impianto sul Paesaggio risulti indicato come “Non compatibile” (NC)”.
Tutto ciò si è reso necessario per evitare il far west pianificatorio in alcuni territori regionali dove sono in corso pericolose speculazioni sui suoli agricoli come la provincia di Viterbo e Latina. La pausa dovuta alla moratoria consentirà al gruppo di lavoro interdisciplinare neo istituito con la medesima legge, di lavorare in sinergia con gli enti locali per definire proprio le aree non idonee all’installazione in coerenza con le previsioni del PTPR e delle vocazioni territoriali alla produzioni agricole di qualità , privilegiando le aree industriali dismesse, le cave e i i siti abbandonati. In ultimo la transizione ecologica, così tanto invocata ultimamente, passa necessariamente anche attraverso la tutela del suolo agricolo che fornisce servizi ecosistemici insostituibili oltre a cibo disponibile a filiera corta.
I proprietari dei terreni su cui viene svolta l’attività venatoria potranno finalmente ricevere un indennizzo da parte della Regione Lazio. Con un emendamento al cosiddetto collegato di bilancio, abbiamo impegnato la Regione a stabilire, entro il 30 settembre prossimo, la quota di contributo da erogare a favore dei proprietari e conduttori di fondi inclusi nel Piano faunistico – venatorio regionale.
Nonostante ci siano due leggi, una nazionale ed una regionale che stabiliscono che vada erogato un contributo economico ai proprietari o conduttori, da determinarsi a cura della amministrazione regionale in relazione alla estensione, alle condizioni agronomiche, alle misure dirette alla tutela e alla valorizzazione dell’ambiente, fino a questo momento nulla è stato fatto.
Con l’emendamento, accolto favorevolmente dall’Aula consiliare, che segue tra l’altro un’interrogazione da me presentata lo scorso gennaio, si stabilisce che i proprietari o conduttori di fondi, che non possono vietare l’accesso ai cacciatori sui propri terreni, riceveranno ora un indennizzo, che secondo l’indice Istat varierebbe da 50 a 100 euro ad ettaro, sia che si tratti di aree incolte che di terreni coltivati. Si vieta così un trattamento iniquo tra chi è proprietario di terreni e chi è cacciatore”.
𝗔𝗣𝗣𝗥𝗢𝗩𝗔𝗧𝗢 𝗗𝗔𝗟 𝗖𝗢𝗟𝗟𝗘𝗚𝗔𝗧𝗢 𝗗𝗘𝗟 𝗕𝗜𝗟𝗔𝗡𝗖𝗜𝗢 𝗤𝗨𝗘𝗦𝗧𝗢 𝗠𝗜𝗢 𝗘𝗠𝗘𝗡𝗗𝗔𝗠𝗘𝗡𝗧𝗢:”NELLE ZONE UMIDE, OVVERO PALUDI, ACQUITRINI, TORBIERE, BACINI, NATURALI O ARTIFICIALI, PERMANENTI O TEMPORANEI, CON ACQUA STAGNANTE O CORRENTE, DOLCE, SALMASTRA O SALATA, IVI COMPRESE LE DISTESE DI ACQUA MARINA LA CUI PROFONDITA’, DURANTE LA BASSA MAREA, NON SUPERA I SEI METRI E PIU’ IN GENERALE LE AREE CHE COSTITUISCONO SIGNIFICATIVI HABITAT PER GLI UCCELLI ACQUATICI, E’ VIETATO IL SORVOLO DI VELIVOLI CIVILI ED AEROMOBILI A PILOTAGGIO REMOTO DI QUALSIASI TIPOLOGIA, SALVO NEI CASI DI SICUREZZA PUBBLICA O DIETRO AUTORIZZAZIONE DEGLI ENTI GESTORI, DA CONCEDERE ESCLUSIVAMENTE PER SCOPI SCIENTIFICI O DI PUBBLICA UTILITA’.OGNI VIOLAZIONE E’ SOGGETTA A SANZIONI DI CUI L’ ART.38 DELLA PRESENTE LEGGE”.
Al fine di ostacolare il proliferare di grandi centrali di produzione di energia su suolo agricolo ho presentato diversi emendamenti. “Per conciliare gli interessi alla tutela dell’ambiente e del paesaggio con quello disviluppo e valorizzazione delle energie rinnovabili, verranno presi in considerazione durante l’ iter autorizzativo prioritariamente quei progetti che ricadono nelle aree sottoelencate: progetti non insistenti in zone agricole caratterizzate da produzioni agro-alimentari di qualità(produzioni biologiche, produzioni D.O.P., I.G.P., S.T.G., D.O.C., D.O.C.G., produzioni tradizionali)e/o di particolare pregio rispetto al contesto paesaggistico-culturale, ad eccezione dei progetti di impianti agrovoltaici che adottino soluzioni integrative con montaggio verticale dei moduli, in modo da non compromettere la continuità delle attività di coltivazione agricola;- progetti localizzati in aree già degradate da attività antropiche, pregresse o in atto, tra cui siti industriali, cave, discariche e siti contaminati, consentendo la minimizzazione di interferenze dirette e indirette sull’ambiente legate all’occupazione del suolo ed alla modificazione del suo utilizzo a scopi produttivi;- progetti che interessano aree classificate dal Piano Territoriale Paesaggistico Regionale (PTPR)come “Paesaggio agrario di continuità”, ossia caratterizzate dall’uso agricolo ma parzialmente compromesse da fenomeni di urbanizzazione diffusa o da usi diversi da quello agricolo”.