La notizia del sequestro del porto di Marta e dell’indagine a carico del sindaco non sorprende chi si era già attivato come me per denunciare la trasformazione di una diga frangiflutti in un molo, così come che anche in questo caso gli inquirenti siano arrivati prima degli uffici regionali, responsabili di non aver vigilato il processo di realizzazione di un’opera autorizzata dalla stessa regione e finanziata da fondi europei da lei gestiti. Zingaretti è andato più volte a Marta e ha decantato il nuovo porto realizzato dall’amministrazione PD senza chiedersi come fosse spuntato un porticciolo al posto di quella che, almeno sulle carte presentate alla regione, era una diga frangiflutti contro l’insabbiamento.
In un sopralluogo pochi giorni fa avevo visto come le strutture costruite all’incile del fiume Marta andavano a compromettere il deflusso delle acque del lago verso il fiume e non migliorando la situazione del canale, ancora insabbiato.
Spero che l’indagine faccia chiarezza quanto prima sulle responsabilità perché è inaccettabile che un opera di messa in sicurezza idraulica finanziata da fondi comunitari sia stata trasformata in una speculazione commerciale a danno dell’ambiente e di un lago che già soffre gli effetti di un depuratore cronicamente rotto e degli sversamenti.