sabato 1 marzo 2014

Saline di Tarquinia, un patrimonio unico da tutelare

La riserva naturale Saline di Tarquinia è biotopo unico e prezioso essendo una delle ultime zone umide retrodunali rimaste lungo il litorale laziale. Quest’area è riconosciuta come S.I.C. (Sito di Importanza Comunitaria) e Z.P.S. (Zona a Protezione Speciale) per le caratteristiche dell’habitat acquatico iperalino che ospita specie della flora e della fauna adattate a tali condizioni estreme, e perché luogo di sosta di numerosi uccelli durante i lunghi viaggi migratori. Attualmente l’intero habitat è in pericolo in quanto minacciato dal grave fenomeno di erosione costiera del tratto sabbioso che separa le saline dal mare. L’erosione costiera è talmente accentuata da richiedere numerosi interventi nel corso dell’anno da parte del Corpo forestale dello Stato per ripristinare o spostare la recinzione metallica della Riserva stessa in numerosi punti.

Questo fenomeno si inserisce nell’ambito di un processo di arretramento del litorale laziale stimato in 128,5 km su 338,5 km totali (in provincia di Viterbo, 16 km in arretramento su 35 km totali). In risposta alle numerose sollecitazioni da parte di associazioni ambientaliste e semplici cittadini, il M5S alla Regione Lazio sta predisponendo un’interrogazione urgente a risposta scritta al fine comprendere quali iniziative la regione intende intraprendere nell’immediato per la salvaguardia di questo importante patrimonio naturalistico; sul destino dei fondi (circa 2.400.000 euro) previsti nell’ambito di dell’A.P.Q. 5 sottoscritto in data 27 luglio 2007 dalla Regione Lazio; su quali altri progetti siano in corso per il recupero dell’arenile antistante la Riserva Naturale. Infine è pronta una mozione da presentare in Consiglio Regionale finalizzata al ripristino del divieto di sorvolo della zone umide (classificate come ZPS) su tutto il territorio laziale. Questo è un ulteriore atto a difesa di tutte le specie ornitiche pesantemente disturbate dalla libera circolazione di velivoli sugli habitat lacuali e salmastri del nostro territorio. Si tratta di un atto che tende a ripristinare quanto previsto nella Deliberazione della Giunta Regionale 16 maggio 2008, n. 363, per la conservazione delle zone di protezione speciale con il divieto di “sorvolo delle zone umide (laghi, lagune, paludi, tratti marini costieri) e di una fascia di 150 m di distanza dai loro confini, da parte dei velivoli ultraleggeri e di mezzi per il volo libero (deltaplani e paracadute per il parapendio) nonché il decollo e l’atterraggio di tali velivoli”, prevedendo inoltre sanzioni per chi trasgredisce.